Intervista di Giacomo Mazzei ad Alessandro Portelli
Nel primo anniversario della morte di George Floyd, a un mese dalla condanna del poliziotto che lo ha ucciso, torniamo a occuparci di Stati Uniti e razzismo. Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi con Alessandro Portelli, già professore ordinario di letteratura angloamericana alla Sapienza e autore di numerosi libri, tra cui Il ginocchio sul collo. L’America, il razzismo, la violenza tra presente, storia e immaginari (Donzelli 2020).

Qual è la situazione negli Stati Uniti dopo l’esplosione della protesta innescata dal caso Floyd la scorsa primavera, dopo la sconfitta di Trump a novembre e l’assalto di gennaio al Campidoglio di Washington, dopo i primi passi della presidenza Biden? Cosa resta di Black Lives Matter, l’avanguardia democratica alla testa del più grande movimento di massa nella storia degli Stati Uniti? Tutti abbiamo visto quel “ginocchio sul collo” nel famigerato video a cui un anno fa seguì l’indignazione, la rabbia, la mobilitazione. Portelli ci ha detto la sua, commentando le cronache recenti, volgendo lo sguardo anche alla storia e alla cultura americana, ma senza dimenticare le vicende di casa nostra, dove le questioni razziali pure sono scottanti.